Una lieta notizia

Duemila anni fa, per ottemperare all’editto riguardante il censimento, ordinato da Cesare Augusto, Giuseppe, con Maria incinta, si recò dalla cittadina di Nazareth di Galilea alla città di Davide, chiamata Betlemme, in Giudea, perché egli era della famiglia e discendenza di Davide.

Proprio in quei giorni giunse per Maria il momento del parto, dette così alla luce Gesù, in una notte invernale e gelida. Nacque così colui che era preannunciato nei secoli dai profeti, nelle stelle dei re Magi, dagli angeli ai pastori. L’apostolo Giovanni disse:

“Colui che è “la Parola” è diventato uomo ed ha vissuto in mezzo a noi uomini. Noi abbiamo contemplato il suo splendore divino. E’ lo splendore del Figlio Unigenito di Dio Padre pieno di grazia e di verità! (Gv.1,14).

Gesù ha vissuto in silenzio trent’anni, poi, spinto dalla forza dello Spirito Santo di Dio Padre, ha iniziato a predicare il lieto annuncio: “Poi Gesù andò a Nazareth, il villaggio nel quale era cresciuto. Era sabato, il giorno del riposo. Come al solito Gesù entrò nella sinagoga e si alzò per fare la lettura della Bibbia. Gli diedero il libro del profeta Isaia ed egli, aprendolo, trovò questa profezia:

Il Signore ha mandato il suo Spirito su di me. Egli mi ha scelto per portare ai poveri la notizia della loro salvezza. Mi ha mandato per annunziare la liberazione dei prigionieri e il dono della vista ai ciechi, per liberare gli oppressi, per dire a tutti che è giunto il tempo nel quale il Signore salverà il suo popolo.

Quando ebbe finito di leggere, Gesù chiuse il libro, lo restituì all’inserviente e si sedette. La gente che era nella sinagoga teneva gli occhi fissi su Gesù. Allora egli cominciò a dire:

Oggi si avvera per voi che mi ascoltate questa profezia. (Lc.4,16-21).

Gli uomini di allora non l’accolsero e l’inchiodarono alla croce pagando il debito in obbedienza al Padre. Sulla croce Gesù ha portato il peso della nostra disubbidienza e tutto il male del mondo distruggendolo per sempre. Anche oggi purtroppo assistiamo alla decadenza dell’uomo, tanto che ogni aspetto dell’esistenza sembra ormai irrimediabilmente senza Dio.

Disse il profeta Isaia:

“Davanti al Signore infatti il suo servo è cresciuto come una pianticella, come una radice in terra arida. Non aveva né dignità né bellezza, per attirare gli sguardi. Non aveva prestanza per richiamare l’attenzione.Noi l’abbiamo rifiutato e disprezzato; come un uomo pieno di sofferenze e di dolore. Come uno che fa ribrezzo a guardarlo, che non vale niente, e non lo abbiamo tenuto in considerazione.Eppure egli ha preso su di sé le nostre malattie, si è caricato delle nostre sofferenze, e noi pensavamo che Dio lo avesse castigato, percosso e umiliato. Invece egli è stato ferito per le nostre colpe, è stato schiacciato per i nostri peccati. Egli è stato punito e noi siamo stati salvati. Egli è stato percosso, e noi siamo guariti.(Is.53,2-5).

Quando sulla croce dell’infamia, Gesù ha gridato “TUTTO E’ COMPIUTO” (Gv.19,30), in quel preciso istante, morendo, donava all’umanità di ogni tempo la vita eterna, riallacciando la vita dell’uomo al disegno salvifico di Dio. Ed infatti la morte non l’ha imprigionato, lui l’ ha vinta, il terzo giorno è risuscitato. E’ apparso ai suoi discepoli e a molte altre persone in luoghi diversi. E’ rimasto con i suoi ancora per quaranta giorni, parlando del Regno di Dio; infine è salito al cielo, promettendo ai suo discepoli che sarebbe rimasto con loro tutti i giorni attraverso l’opera dello Spirito Santo. E puntualmente lo Spirito Santo discese su di loro il giorno di Pentecoste (At.2,1-4). Con Maria erano riuniti in preghiera.

Ecco, da quel momento, cari fratelli e sorelle, lo Spirito Santo è rimasto in mezzo agli uomini portando nei secoli la presenza viva di Gesù, superando tutte le difficoltà e le opposizioni degli esseri umani. L’evangelista Matteo ricorda: Gesù percorreva tutta la regione della Galilea, insegnava nelle sinagoghe, annunciava il Regno di Dio e guariva tutte le malattie e le infermità della gente (Mt.4,23-24).

Ciò che stiamo leggendo è la Parola di Gesù, anche se ci giunge attraverso lo scritto di un uomo che, come tutti è debole e fragile, uguale a noi, tuttavia in queste parole vi è la speranza e la potenza di Dio, infatti ci ricorda Marco:

“Andate in tutto il mondo e portate il messaggio del vangelo a tutti gli uomini. Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo; ma chi non crederà sarà condannato. E quelli che avranno fede, faranno segni miracolosi: cacceranno i demoni invocando il mio nome; parleranno lingue nuove; prenderanno in mano serpenti e berranno veleni senza avere nessun male; poseranno le mani sui malati e li guariranno” (Mc.16,15-18).

Ecco, fratelli e sorelle, Gesù ha portato nel mondo la guarigione completa dello spirito, dell’anima e del corpo, e questa guarigione è a disposizione di tutti coloro che sono battezzati e che credono nel Signore Gesù, Figlio di Dio.Sempre in Marco Gesù ci dice:

Il giorno dopo, quando partirono da Betania, Gesù ebbe fame. Vedendo da lontano una pianta di fichi che aveva molte foglie, andò a vedere se vi poteva trovare dei frutti. Ma quando fu vicino alla pianta vide soltanto foglie; infatti, non era quella la stagione dei fichi. Allora Gesù, rivolto alla pianta disse: “Nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti!”. E i discepoli udirono quelle parole”. (Mc.11,12-14). “Il mattino dopo, passando ancora vicino a quella pianta di fichi, videro che era diventata secca fino alle radici. Pietro si ricordò del giorno prima e disse a Gesù: “Maestro, guarda! Quell’albero che tu hai maledetto, è tutto secco!”. Allora Gesù rispose: “Abbiate fede in Dio! Uno potrebbe dire a questa montagna: “Levati e buttati nel mare!”. Se nel suo cuore egli non ha dubbi, ma crede che accadrà quello che dice, state certi che gli accadrà veramente. Perciò vi dico: tutto quello che domanderete nella preghiera, abbiate fiducia di ottenerlo e vi sarà dato. E quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate: perché Dio vostro Padre che è in cielo perdoni a voi i vostri peccati”. (Mc.11,20-25).

Che grande consolazione ci dona la Parola di Dio. La Parola di Dio è vera e quindi le sue promesse trovano completa realizzazione in noi se la facciamo nostra. Gesù ci ricorda: “Tutto quello che domanderete nella preghiera abbiate fiducia di ottenerlo e vi sarà dato”. Come mai allora, tante volte, abbiamo chiesto senza ottenere? E’ forse sordo alle nostre suppliche Dio Padre? Non traiamo delle conclusioni affrettate, meditiamo attentamente la Parola del Signore. Confrontiamoci con essa e solo dopo averla messa in pratica, se non riceviamo risposta alle suppliche, affermiamo che il Signore ha un piano diverso per ognuno di noi; e comunque, anche in questo caso, non disperiamo poiché pur non comprendendo, tutto è fatto per il nostro bene.