Preghiera: Presentazione

Oggi so che l’ascolto di Dio, da parte del cristiano, significa in concreto l’ascolto della Parola contenuta nella Bibbia. Tuttavia intraprendere il cammino sul tortuoso sentiero della ricerca non è stato facile e scontato, anzi, Gesù spesso mi sembrava distante e irreale. Inoltre, durante il periodo della conversione iniziale, trovavo difficoltoso pregare e meditare la Sacra Scrittura. Potete ben comprendere che non ero affatto contento di questa situazione, anche se avevo riposto tutta la mia fiducia nel Signore. Il fatto è che in seguito alla sofferenza grande che si era abbattuta su di me, anelavo vivere la conversione a Dio profondamente, in maniera completa.

In un incontro di preghiera, l’impatto fu scioccante, cambiai radicalmente. Già durante l’invocazione allo Spirito Santo avvertii che qualcosa stava accadendo in me, così durante la preghiera di guarigione seguii attentamente le parole che venivano suggerite e perdonai tutte le persone della mia vita, compresi i miei familiari e infine chiesi perdono anch’io. Affermo che lo Spirito Santo va diritto al cuore: il mio lo ha toccato, lo ha scosso e al tempo stesso invaso e sommerso dell’amore misericordioso di Dio.

Fu, quella, un’esperienza di conversione, un’esperienza d’amore come è stato espressa da San Giovanni nella sua prima lettera: “L’amore vero è questo: non l’amore che abbiamo avuto verso Dio, ma l’amore che Dio ha avuto per noi; il quale ha mandato Gesù, suo Figlio, per farci avere il perdono dei nostri peccati” (1^ Gv.4,10).

L’esperienza di quell’incontro di preghiera comunitario non fu altro che un segno del perdono di Dio, un dono dell’amore che Egli ci concede nonostante le nostre colpe. Quell’esperienza mi ha posto di fronte ad una visione totalmente nuova: ciò che mi sembrava importante divenne relativo; le realtà di fede, che non avevano significato o risultavano incomprensibili, divennero improvvisamente piene di senso, come se un sipario fosse stato aperto; io peccatore divenni un testimone gioioso con nel cuore una felicità traboccante.

Confesso a voi tutti di rivolgermi a Gesù ogni giorno con la preghiera di lode, scoprendo il suo stupefacente progetto per la mia vita e per ognuno di noi nella Scrittura, nel suo insegnamento, nel suo esempio, nella sua grazia, nella sua Chiesa, nei suoi sacramenti e nella sua entusiasmante promessa: “Ecco, io sono con voi ogni giorno, fino alla fine del mondo”.

E questa promessa io la ritrovo nel contatto con la sua Parola scritta, perché porta a una ricchezza di vita inaspettata. Anche se la leggo da qualche anno, essa mi appare ogni volta così nuova da destarmi stupore e da creare quello shock dell’intelligenza e dell’emozione che suscita il senso dei valori umani e che mette a contatto con i valori stessi di Dio.

Io non so come e perché, ma nel momento in cui leggo e rileggo una pagina dell’Antico o del Nuovo Testamento mettendo in rilievo gli elementi portanti, mi ritrovo in un atteggiamento dinamico, uno sforzo di cogliere, nel testo, i rilievi in modo che da pagina liscia diventi un bassorilievo con alcune parti in luce e altre in ombra. E allora sottolineo i verbi, i soggetti, gli oggetti e i vari elementi acquistano un valore insospettato. E ciò non è fine a se stesso, mi apre la porta alla meditazione.

A questo punto inizio la riflessione sui valori del testo, soprattutto sui valori permanenti. E’ un modo di avvicinarmi maggiormente al brano, non più per considerazione analitica dei soggetti, degli oggetti, dei simboli, dei movimenti interni ed esterni, ma dei valori che il testo veicola e porta con sé. Tutto il mio essere viene impegnato perché i valori sono ricchi di risonanze, di sentimenti. Comporta il superamento della quantità verso la qualità, il superamento delle forme esteriori, delle figure geometriche e sintattiche verso i loro contenuti, ed è quindi un passaggio importante. Allora mi pongo la domanda: quali valori esprime Gesù con questo modo di essere? Quali valori esprime Paolo e come posso fare per farli radicare in me? Mi confronto interiormente con la Parola e ne prendo il modello, la proposta, una regola di vita.

Ma ad un certo punto scatta un passaggio e dalla considerazione dei valori passo all’adorazione della persona di Gesù, Figlio di Dio, il quale riassume tutti i valori, li sintetizza, li esprime in sé e li rivela. E’ il momento di preghiera per eccellenza in cui dimentico proprio le stesse cose che mi sono state utili per stimolare la coscienza. Adoro e amo Gesù, mi offro a lui, chiedo perdono, lodo la grandezza di Dio, intercedo per la povertà mia e di tutti , per il mondo, per la gente ammalata, per l’unità della Chiesa.

E’ così che ho scoperto la situazione ideale per accogliere, coscientemente o almeno con piena disponibilità, il dono infuso dell’amore della carità, a lasciare vibrare in me lo Spirito Santo.

Questo è veramente il punto culminate delle varie tappe fin qui descritte, cioè il dinamismo della preghiera: è la vita di Cristo che vive in colui che contempla.

Il passaggio dalla meditazione alla contemplazione è dunque un momento vitale e determinante dell’esperienza dell’essere cristiano. Spesso, purtroppo, la nostra esperienza cristiana è, al massimo, a livello di abitudine, di meditazione, di riflessione, di bei pensieri ma ancora oscura su molti valori del dono di Dio Padre fatto all’uomo. Similmente è l’esperienza degli apostoli nel Vangelo di Marco che vedono e non capiscono, che hanno occhi e non comprendono. Per questo ci si ritrova incerti sul da farsi, alle prese con continui ripensamenti e con desideri di evasione propri della società consumistica tendente a eliminare Dio dalle coscienze.

Se dunque la lettura continua della Scrittura dove Dio parla agli uditori della Parola viene vissuta nel suo dinamismo, si amplia e può costituire un formidabile aiuto di fronte all’attuale sfida del mondo occidentale. Un mondo, non scordiamolo, in cui il mistero di Dio è quasi sempre assente nei segni esteriori della vita e della società, un mondo interiormente arido, una terra assetata, che soffoca la coscienza e non fa avvertire nell’esperienza quotidiana il gusto di Dio. Soltanto se alimentiamo la nostra fede in un contatto con la Parola, potremo passare indenni attraverso il deserto spirituale dell’Italia e dell’Europa moderna.