La Parrocchia: Luogo dell’incontro del popolo di Dio


“Se il mondo vi odia, pensate che ha odiato me prima di voi.
Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; invece poiché voi non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia” (Gv.15,18-19).

Cristo risorto fissa come luogo di incontro con gli apostoli il Cenacolo. Noi abbiamo la chiesa e l’oratorio per constatare, per celebrare, per parlare con il Risorto. Infatti i luoghi della comunità hanno come centro il mistero della Pasqua che celebra ogni volta che essa si riunisce “in nome di Dio”, perché è la resurrezione il fondamento della fede: “Ma se Cristo non è risorto, allora la nostra predicazione è vana, vana anche la nostra fede” (1^Cor.15,14).

Il Cenacolo, da luogo della comune diserzione dell’amore di Cristo, riprende il significato per i quaranta giorni che precedono l’Ascensione, nei momenti più confidenziali del Risorto con gli apostoli. Inoltre prepara l’avvento della Pentecoste, custodendo il primo collegio apostolico radunato in preghiera e in attesa dello Spirito Santo. Il luogo del cambiamento totale dove coloro che aveva rivestito del suo sacerdozio, del potere della Parola,del perdono e del governo della Chiesa. Tra queste mura riconsacrate dal Risorto, dalla conversione dei suoi e dallo Spirito Santo, nasce la prima Chiesa;e davanti alle porte spalancate la folla attende il battesimo di acqua e di Spirito, allargando il luogo dell’incontro alle dimensioni cardinali del mondo e della storia. Da quell’istante la terra diventa la cattedrale dello Spirito Santo perché egli riempie ogni uomo,donna, politica, stato, società, cultura, classe, civiltà e ogni cosa in esse contenute.

Nella chiesa e nell’oratorio,luoghi in cui i cristiani convergono intorno al Risorto “in nome di Dio” si ricompone l’area del Cenacolo, in cui lo Spirito suggerisce cose nuove per la novità della vita del mondo.

Il legame fra i luoghi e coloro che si radunano salda Cristo e lo Spirito alla contemporaneità dell’uomo e della sua storia. L’evento della redenzione cresce in questo modo nella edificazione della Chiesa nel mondo e del mondo. Un gesto che ha la funzione soprannaturale di aprire il discorso della salvezza a tutte le genti, contrariamente ad ogni tentativo di incapsulare la redenzione a stregua di bene di consumo,come purtroppo l’area borghese vorrebbe esaurire “lo Spirito di Dio” che, simile “al vento che non sai donde venga e dove vada”, incarica i testimoni del Cristo di percorrere le strade del mondo.

Luogo di missionarietà, non di parcheggio, quindi è la Chiesa in cui i Cristiani si radunano per attingere con la preghiera, con la grazia e con la parola, con l’amore fraterno, l’anima dell’evangelizzatore, senza della quale la vocazione del cristiano perde la specificità del suo essere e del suo agire nel tempo.

Dal Cenacolo gli apostoli escono infiammati dallo Spirito Santo. La loro forza soprannaturale li spinge a testimoniare Cristo con la parola, le opere e il martirio “fino all’estremo confine della terra”(At.8).

Quando le problematiche della fede esplodono ad indebolire i vincoli della dottrina, della morale, dell’amore, il richiamo del Cenacolo si trasforma in concilio di Gerusalemme. Tutti di nuovo insieme,per un riesame delle reciproche situazioni esistenziali e per la ricerca della “Parola dello Spirito”, unificatrice e propiziatrice di verità, di fede, di speranza, di amore vicendevole.

Allora le riunioni, “in nome di Dio”, compiute insieme, davanti al Vangelo, suggeriscono la correzione fraterna nella linea dell’imitazione di Cristo. Ne esce il “piccolo gregge”, al quale Dio ha dato di conoscere i segreti del Regno, tenendoli nascosti ai sapienti e agli illuminati secondo gli uomini, ma non secondo Dio. Ecco che la Chiesa del cenacolo libera da ogni temporalismo clericale, anzi, ridona al tempo lo spazio dell’incarnazione e per l’uomo da evangelizzare diventa soltanto la strada della Chiesa, come lo è stato per Cristo.

Nei luoghi dell’incontro si rimettono a fuoco il vangelo, liberandolo da ogni manipolazione non voluta dallo Spirito; si scopre il volto di Gesù di Nazareth, rivelazione del padre e dello Spirito santo a tutti gli uomini nel gesto della donazione: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio suo, l’Unigenito” (Gv.3,16); si rinsalda l’impegno verso Cristo, progetto d’esistenza storica, si coglie nella strada dell’imitazione di Cristo l’unica via della reale rivoluzione cristiana come opzione permanente della vocazione del cristiano “in quel tempo, nel nostro tempo”.

Noi popolo di Dio viviamo di Dio mediante Cristo. Senza Cristo tutto ciò che ci ostiniamo a considerare cristiano perisce. Cioè diventiamo come un gregge senza pastore. Nessuna passione politica, culturale, ideologica, nessun male sociale o morale, nessuna disgrazia umana possono attribuire all’impegno del popolo di Dio una motivazione globalmente esaustiva della scelta esistenziale, se viene meno la Parola e la persona di Cristo affidate allo Spirito santo che fa nascere dall’alto il perdersi per l’umanità e il suo progresso spirituale, morale e civile nel tempo.

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