Centralità di Maria sulla via della vita eterna

Chi accoglie la parola di Dio, perché parola autorevole e definitiva, è potenzialmente cittadino del cielo. L’invito di Gesù ai discepoli dopo la loro prima missione è da meditare: “Ma non rallegratevi perché gli spiriti vi sono sottomessi, rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nel cielo”. (Lc.10,20). Chi vive in Dio non può che vivere in terra come esule, un confinato, uno straniero in cerca della sua patria. Ricorda Gesù nella preghiera al padre durante la sofferenza del Getsemani: “Essi (gli apostoli) non sono del mondo come io non sono del mondo. Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li preservi dal male. Essi non sono del mondo come io non sono del mondo. Santificali nella verità: la tua parola è Verità” (Gv.17,16-17).

In Maria l’eternità è il presente, perché concepita senza peccato. Infatti la teologia dell’oltre la fede in Dio, come è vissuta dalle nostre parti da uomini deboli e poveri, si rivela nel canto del Magnificat di Maria a livello di comunione, di contemplazione e di convivialità soprannaturale: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore”. Maria non parla di Eternità, ma la sua vita ne è una prova, una testimonianza, una provocazione interiore inconfondibile. Chi ha visto Maria nel piano di Dio in virtù dell’amore di Dio, non desidera altro che esserne figlio; attraverso Maria passa e si comunica la nostalgia del cielo, poiché la dimensione della sua Persona non è catalogabile tra le grandezze della terra.

Maria è Regina del cielo, è la Porta del cielo, Splendore di grazia, Specchio della Santità Divina, Sede della Sapienza, Madre della Divina Grazia.

Maria speranza nostra!

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