“Il Signore è il mio pastore: non
manco di nulla; su pascoli erbosi
mi fa riposare, ad acque tranquille
mi conduce.
(Salmo 22,1-2).

Gesù è verità e dove passa testimonia il valore dell’essere vero, risuscitando “le verità eterne”, sepolte nell’intimo del cuore a scapito delle verità pratiche e scientifiche, la cui durata non è legata al tempo né al divenire degli uomini e delle cose.

Di fronte alla morte, ogni uomo entra nell’ambito del mistero ultraterreno cercandone il volto, supplicando luce, conforto, aiuto. Un intervento che nessuna filosofia o scienza umana, o amicizia, o fede nelle risorse del cuore terreno, sa offrire. La fede in Gesù, sì. Arrendersi al Figlio di Dio non è facile, soprattutto per coloro che per una vita intera lo hanno evitato, deriso, dileggiato, ignorato, combattuto, sradicato dal quotidiano, insultato, bestemmiato. Dietro le apparenze delle cose proprie, dietro i piaceri scelti in nome della libertà per la libertà, si fa presente nella coscienza, un impalpabile e soffuso disagio morale che investe “il ribelle per egoismo e il liberale per scelta culturale”.

La dea ragione è mal sicura davanti a Gesù uomo e Dio, verità che “illumina ogni uomo”. E’ la voce insopprimibile di ogni uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio, sottoposta al rifiuto costante, ma presente, perché è l’essere stesso che per mezzo di essa rivendica il diritto-dovere d’incontrarsi con Dio, essendo egli il fine ultimo del cuore umano.

“Ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”.

Altrettanto convincente è la dichiarazione di San Paolo: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada; ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati” (Rm.8,35-37).

Siamo convinti che Gesù Cristo è l’anima della nostra anima? Noi siamo perché egli (Gesù) è.

“Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?” (Rm.8,31).

Amen,alleluia,amen.

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