Noi contemplammo la sua Gloria


San Giovanni può giustamente affermare di avere contemplato la gloria di Gesù, poiché è stato uno dei prediletti del divino Maestro e l’unico che mise il capo sul petto di Gesù durante l’Ultima Cena per ascoltare il nome di chi dei dodici avrebbe tradito il Figlio di Dio.

La contemplazione è la risultante di una scelta ben precisa: quella di lasciarsi guidare e accompagnare da Dio, dal Figlio di Dio. Infatti, di fronte a Dio esiste una sola parola: “Signore, eccomi”; la scelta di Cristo come orizzonte di vita, come chiave di lettura di se stessi e del mondo, del proprio fine ultimo, del percorso da seguire.

A Natale, anche i pastori scelgono Cristo, ne ammirano la straordinarietà: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Non meno esaltante appare la gloria di Gesù dall’alto della croce, quando dopo avere esalato l’ultimo respiro, il Centurione, assistendo al cataclisma che si era scatenato sul Calvario, esclama: “Veramente Costui era il Figlio di Dio” (Mt.27,54). La gloria di Gesù è recepita da tutti: “Un grande profeta è sorto tra noi. Dio ha visitato il suo popolo” (Lc.7,16-17). “E dopo la moltiplicazione dei pani, la folla voleva farlo re….” (Gv.14,15). “Tu sei re? Gli chiese Pilato” (Gv.18,37).

L’itinerario terreno di Gesù è ancora costellato di questi ed altri segni: “le meraviglie di Dio”, che avvengono nella Chiesa, per la Chiesa, dalla Chiesa, e dentro le coscienze di coloro i quali scelgono Gesù progetto di vita, ossia che intendono vivere alla maniera di Cristo, e pertanto sono chiusi ad ogni proposta mondana, soprattutto al proprio io.

L’adulto nella fede obbedisce come un cieco, ma non ciecamente. Come un cieco, perché egli stesso non sa, non capisce, non vede: “Nessuno vide mai Iddio” (Gv.1,18). Non ciecamente perché il suo accompagnatore sa, sa capisce, vede per lui. E in questo caso, l’accompagnatore è Dio che sa tutto, capisce tutto, vede tutto. Fa tacere e superare il nostro io in tutte le manifestazioni per lasciarci istruire da Dio. Contemplarlo nella sua Incarnazione.

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