Apocalisse: Le Due Bestie

Capitolo 12,1

Cap. 13: Le due bestie

La bestia emergente dal mare (luogo malefico secondo la mentalità ebraica del tempo) è una creatura ibrida, che possiede tratti desunti dalle quattro bestie rappresentanti i successivi imperi del mondo in Daniele 7. I suoi diademi e le sue corna (sovranità e potere), nonché la sua aperta ostilità contro Dio fanno di essa l’immagine dello Stato autoritario e nemico di Dio. Essa deriva il proprio potere dal maligno ed è apparentemente indistruttibile. Inganna il mondo, ma non i cristiani. La seconda bestia – lo pseudo agnello che parla con la voce di satana (11) – è la religione ufficiale, dominata dallo Stato. Essa è identificata con il falso profeta. In realtà si tratta di una caricatura e di una falsificazione della vera religione. Coloro che si rifiutano di adorarla, perdono la vita (15), chi i beni (17). Per Giovanni le due bestie erano l’impero romano e il culto dell’imperatore. Ma ogni età – anche la nostra – ha i suoi equivalenti.

Quali sono le sue manifestazioni? Le sue innate costanti tendenze? Eccole: l’arroganza e la bestemmia, cioè l’intolleranza di Dio e la volontà di mettersi al suo posto (13,6), la pretesa di essere adorata, vale a dire la pretesa di un’adesione totale e incondizionata; una volontà di dominio universale (13,7), che è il sogno di tutte le idolatrie dell’uomo da Babele in poi; la persecuzione contro tutti coloro che ne ostacolano il dominio o, più semplicemente, che si sottraggono alla sua adorazione.

Tuttavia la storia della bestia continua, e non cessa il consenso che ottiene tra gli uomini: tutti l’adoreranno. In realtà non tutti, ma soltanto coloro che non hanno il loro nome scritto nel “libro della vita”. E’ una prima crepa che mostra la debolezza della bestia: nonostante la violenza di cui dispone, non tutti si piegano ad adorarla.

Per aiutare la comunità nel discernimento sapienziale vale a dire il saper riconoscere il volto della bestia, o l’idolatria politica che ne consegue – Giovanni ne nasconde il nome sotto la cifra : 666. Quale nome vi si nasconde? Non si conosce con certezza, ma rintracciabile una qualità: si tratta di un nome d’uomo, debole e fragile; infatti la cifra che lo esprime risulta di tre sei e questo significa che si tratta di una realtà imperfetta e impotente. Ecco dunque il senso: il dominio della bestia è effimero. Per quanto faccia, non diventerà mai sette, il numero che rappresenta la pienezza di Dio.

La conclusione del capitolo è impersonale. Non più narrazione, ma avvertimento: Chi ha orecchi ascolti!.

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